Il responsabile è il CHIP A SEMICONDUTTORE.
Dal 2021 c'è crisi di questo componente, fondamentale per la costruzione di qualsiasi dispositivo elettronico. Pensate, all'interno di un'automobile ci possono essere da 50 a 3.000 chip, destinati al controllo dei sistemi ADAS (sistemi di sicurezza) e della connettività.
Tra le cause scatenanti c'è sicuramente la PANDEMIA COVID-19, che ha costretto con i lockdown imposti dai governi, la chiusura delle fabbriche addette alla produzione, concentrate principalmente nell'Est Asiatico (Cina, Giappone, Corea e Taiwan).
Contemporaneamente, lo smart working, tutt'ora molto diffuso, e la DAD per gli studenti, ha generato una richiesta inaspettata di PC e tablets a cui il mercato non era preparato; mentre la domanda nel settore automobilistico si era completamente paralizzata facendo sì che le case automobilistiche azzerassero i loro ordini.
Il 24 Febbraio 2022, scoppia la guerra in Ucraina e anche qui la situazione si fa preoccupante. Infatti, in queste terre si produce sia il gas neon che serve a generare i microchip ma principalmente ciò che viene fabbricato è il cablaggio elettrico, il cui compito è quello di trasmettere ad ogni terminale, energia elettrica ed informazioni
varie, tramite dei cavi, che all'interno di una vettura possono raggiungere i 5 km di lunghezza.
Le case automobilistiche hanno cercato di correre quindi ai ripari ridimensionando la produzione, eliminando addirittura alcuni optional dall'allestimento di base, per diminuire proprio la richiesta interna di chip, per quanto possibile.
La carenza di chip non sta solo creando problemi alla consegna del nuovo ma anche sul mercato dell'usato. I piazzali sono semivuoti poichè l'oppurtunità di acquistare un usato si materializza grazie alla consegna di una vettura nuova tramite cui il concessionario ritira la permuta che poi verrà ripristinata e messa in vendita.
Tuttavia, alcune aziende hanno reagito alla carenza più prontamente di altre: è il caso di TOYOTA che in seguito all'esperienza scaturita dal maremoto di Fukushima nel 2011, ha sviluppato un piano di stoccaggio che copre il fabbisogno da 2 a 6 mesi.
Nonostante non sia prevista una soluzione a breve termine della crisi, siamo fiduciosi e sempre pronti a fare del nostro meglio affinchè il cliente che ci sceglie sia soddisfatto e accompagnato nell'attesa della sua vettura.
Ti è piaciuto l'articolo ? iscriviti sul nostro Blog www.corvimobility.com.
#microchip #chip #autoemotive #industriaautomobilistica #toyota #covid19 #smartworking #guerraucraina #gasneon #cablaggioelettrico
コメント